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Rassegne

30 giugno 2009
Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade - "L'Universo"
Omero nel Baltico

L'Universo
Mauro Marrani

Ancora una volta Omero, non perchè repetita iuvant (cfr. L'Universo n. 6/2008), bensì perchè nuove affascinanti rivelazioni, verosimili e, cosa davvero straordinaria, stravolgenti l'impianto storico-geografico dei suoi poemi, si sono affacciate alle luci della ribalta.
Felice Vinci, infatti, nel suo lungo e dettagliatissimo volume, pubblicato per la quinta volta, con edizione aggiornata ed ampliata da Palombi Editori nel 2008, prende lo spunto dalle affermazioni di Plutarco di Cheronea, che, nel suo De facie quae in orbe lunae apparet, individua l'isola della Dea Calipso, Ogigia, ad una distanza di cinque giorni dalla Britannia verso Occidente, per giungere ad ipotizzare un palcoscenico baltico alle imprese cantate nell'Iliade e nell'Odissea. Un'ipotesi supportata da moltissime coincidenze. Anzi, mentre nel contesto mediterraneo orientale (Ionio ed Egeo) in non pochi casi non vi è una concordanza vera e propria fra quanto scritto nelle opere omeriche e il reale scenario geografico, sia esso insulare o continentale, in quello baltico non vi sono rilevanti lacune ubicative e discordanze morfologiche: dell'epica Dulichio - dolichòs, "isola lunga" - non vi è traccia nel Meditteraneo, mentre nel Baltico si può riscontarne una "gemella" nell'isola Langeland, in lingua danese "terra lunga"; inoltre, il Peloponneso in Omero è pianeggiante e non frastagliato e orograficamente complesso come quello da tutti noto come propaggine della penisola ellenica ... e su questa scia anche i binomi insulari Itaca-Lyo, Same-Ero, Zarinto-Tasinge, ecc., per non parlare dell'identificazione di Troia con il villaggio finlandese di Toija, nel cui territorio si rilevano straordinarie convergenze con le descrizioni dell'Iliade.
Le incongruenze innumerevoli con il contesto mediterraneo non sono solo geomorfologiche: climi spesso freddi e perturbati, eroiche battaglie che proseguono anche di notte (giustificabili per l'epoca solo con la notte chiara del solstizio d'estate, tipica delle alte latitudini), eroi biondi avvolti in pesanti mantelli di lana e molto altro ancora sono comprensibili solo nello scenario nordico. E' ormai accertato che nel II millennio a.C., durante un optimum climaticum, nell'Europa baltica e scandinava vi fu una fiorente età del bronzo, ed è probabile e verosimile che in un così ampio arco temporale abbiano avuto origine molteplici saghe che potrebbero aver condotto, almeno come reminiscenza, ai due poemi omerici. Forse non è una caso che anche Tacito (Germania, 3.2) faccia menzione dell'approdo di Ulisse nelle terre dei Germani, appellativo con cui allora si indicavano un pò tutti i popoli dell'Europa settentrionale e, quindi, dell'area baltica.
Se la potessino considerare una raltà storica, potremmo pensare che, in seguito al tracollo di quell'optimim climaticum, le saghe nordiche, insieme a migrazioni di massa, fossero giunte inevitabilmente nel bacino egeo, ove, nel XVI secolo a.C., fiorì la civiltà micenea, la quale, secondo studiosi del calibro di Bertrand Russell, aveva tratto origine dai "biondi invasori nordici che portavano con loro la lingua greca". Sembra quasi che, stando alle ipotesi del Vinci, in questo lembo del Mediterraneo sia stato immaginariamente ricostruito il mondo originario, in cui si erano svolte molte delle vicende mitologiche "greche" e si era combattuta la guerra di Troia: per secoli generazioni e generazioni avrebbero perpetuato il ricordo dei tempi andati e delle gesta eroiche compiute dagli antenati nella patria perduta ... l'introduzione della scrittura alfabetica in Grecia, avvenuta nel primo millennio a.C. ormai avviato, potrebbe aver sollecitato "qualcuno" a mettre in forma scritta questa antichissima tradizione orale, fino a giungere ai ben noti poemi.
L'interesse suscitato dalle ricerche, avviate nel 1992, è stato davvero grande. Molteplici sono state le Università, italiane ed estere, che hanno invitato lo studioso a presentarne i risultati in sede accademica: dalla presentazione all'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo nel 2004, al seminario Il mare: mito e letteratura all'Università "La Sapienza" nel 2005, fino alla pubblicazione del volume in lingua inglese in collaborazione con eminenti studiosi del Bard College di New York ed al convegno scientifico internazionale svoltosi in Finlandia nel 2007; senza tralasciare numerore altre conferenze in licei, biblioteche, ecc.
Claudio Cerreti ne ha fatto una sintesi sul Bollettino della S.G.I.: "L'autore propone una serie di ipotesi molto ragionevoli e molto razionalmente esposte (...) inanellando una serie impressionante di indizi. (...) Libro stupefacente e spesso molto godibile".

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