Dettaglio

Gelasio Caetani (1877-1934)

Gelasio Caetani (1877-1934)

Il realismo dell'utopia

Pier Giacomo Sottoriva

Libro
Brossura filorefe
16,5 x 24 cm - 530gr

272 pagine
ISBN 9788860606501


€ 24.00

Novembre, 2014

Terzo di sei figli di una delle maggiori famiglie romane, quella dei Caetani, la storia di Gelasio Caetani inizia come una sorta di favola buona: non vuole pesare sulla famiglia e pensa presto a crearsi un proprio avvenire, scegliendo una professione prestigiosa ma solitaria e svolta nel buio delle profondità della terra: quella di ingegnere minerario. Inizia con una laurea a Roma e una alla prestigiosa Columbia University di New York, ottenendo come premio un’assunzione come operaio nelle miniere del West e del Nord West americano. Come sempre accade nelle favole belle, l’operaio diventa dirigente, progettista e consocio. Poi si mette in proprio.
Che cosa desiderare di più? Ma scoppia la Prima Guerra Mondiale e Gelasio lascia il sogno americano per immergersi nel massacro europeo. Parte come volontario e gli fanno indossare una divisa da riposo: lui protesta e lo mandano, come chiede, in prima linea, sull’Alto Cordevole. Diventa così il più importante attore della conquista del Col di Lana, progettando e facendo esplodere la micidiale mina che, la notte del 17 aprile 1916, consente alle dissanguate truppe italiane di conquistare la vetta.
Finita la guerra fa di tutto: il deputato nazionalista, lo storico (è lo scrittore della Domus Caietana, e di una decina di altri libri tratti dal preziosissimo archivio storico che la Famiglia Caetani conserva nel suo palazzo in via delle Botteghe Oscure a Roma. Poi diventa bonificatore delle Paludi Pontine − il primo, scrive orgogliosamente −, presidente del Comitato per la lotta alla malaria, organizzatore di laboratori per sostenere tale lotta, insieme alla americana Rockefeller Foundation, sostenitore delle scuole nelle Paludi.
E qui comincia un’altra favola: Gelasio, di fatto non più ingegnere minerario, diventa il restauratore dell’avito castello Caetani di Sermoneta e l’”inventore” del “più bel giardino del mondo”, quello di Ninfa. Queste ultime attività le pilota, su suoi precisi progetti, stando nuovamente in America, dove, nel frattempo, dimessosi da deputato, è stato nominato ambasciatore d’Italia presso il Governo degli Stati Uniti.
Viaggiatore, inventore di fiabe (la bella Ninfa), scrittore torrentizio di lettere (quelle sulla I Guerra Mondiale le pubblica), figlio e fratello amorevole, uomo di destra in una famiglia che ha consegnato alla politica e alla cultura dell’Islam il fratello Leone, che invece è di sinistra, incrocia ancora i suoi destini con decine di altre situazioni, che lo esaltano e lo logorano. Muore ancora giovane, a 57 anni, qualche mese dopo essere stato nominato Senatore del Regno. Come in una favola, ma con un epilogo malinconico.

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